Persone in movimento: un Master come laboratorio

Abbiamo bisogno di ripensare le categorie del nostro discorso pubblico attorno alle migrazioni, a chi migra, a chi vive discriminazioni: servono nuove categorie per descrivere il nostro presente? Qual è il ruolo del discorso pubblico, dai social media alla produzione culturale, nel cambiare questa percezione? Come può agire la politica nel fornire chiavi di lettura sistematiche diverse?

Da queste domande partiva “Persone in movimento”, il primo incontro del Master in Diritto e Politiche delle Migrazioni con la cittadinanza trentina: Ferruccio de Bortoli, già direttore del Corriere della Sera e del Sole 24 Ore, e Francesco Filippi, storico e scrittore, hanno ragionato attorno allo stato di salute del nostro dibattito pubblico guidati da Caterina Moser, portavoce della Fondazione Antonio Megalizzi, che è tra gli enti patrocinanti il Master DIRPOM.

Introducendo la serata, Caterina Moser ha sottolineato come la Fondazione creda nel progetto del Master e nelle riflessioni che pone sulle sfide del nostro tempo. “Oggi, insieme ai nostri ospiti, vogliamo dialogare sul mondo delle migrazioni da punti di vista diversi, chiedendoci come l’opinione pubblica cambi ed influenzi le nostre idee e percezioni su un fenomeno che non è del tutto nuovo”.

“Gli esseri umani non hanno radici: hanno piedi” – ci ha ricordato Francesco Filippi – “Quello che si è raccontato, nell’ultimo secolo e mezzo, circa la fissità di alcuni elementi, fa parte di una “invenzione di tradizione” che si struttura dentro a pochissimi anni. L’uomo si è sempre spostato”.

In un piccolo lungo viaggio, ieri sera abbiamo avuto l’occasione di raccontare confini sempre più brutalizzati, il modo in cui sono stati costruiti.

Ferruccio de Bortoli ha sottolineato come tutto questo ha portato “di fronte ad una reazione che va per categorie oppure è una semplice rimozione del problema: all’immigrato che entra nella nostra cerchia familiare, certo non negheremmo la cittadinanza; chi non vi rientra è un pericolo. Fuori da quella cerchia è un pericolo, dentro è una risorsa”.

Trasformazioni, emozioni e reazioni che hanno caratterizzato la costruzione di leggi che hanno mostrato tutta la loro debolezza: ce lo ha raccontato Francesco Filippi, ripercorrendo le vicende che, tra il 1991 e i primi anni 2000, hanno portato a passare dalla grande solidarietà – lo stadio di Bari, reso spazio di accoglienza per chi fuggiva dalla guerra nei Balcani – alla grande paura. Un racconto che, come ha ricordato Filippi, ci portiamo avanti da una retorica antica, che deriva ancora dall’Italia coloniale e fascista, che ci porta – oggi – ancora una volta a parlare di invasione “anche se siamo un Paese in cui ogni persona che arriva, si trova di fronte tre persone che se ne vanno”.

In tutto ciò, il tema dell’emergenza è stata introdotto dentro un’agenda – politica e mediata – che ha raccontato questa emergenza dal punti di vista dello scontro di civiltà “parte integrante dell’Occidente”.

In tutto questo “la guerra in Ucraina ha reso drammaticamente il tema dell’immigrazione come un tema che non si può più affrontare chiudendo i confini dell’Europa”: Ferruccio de Bortoli ha sottolineato come tutto il regolamento di Dublino e tutta l’azione di FRONTEX partano dal presupposto per cui l’Europa sia una sorta di fortezza. A fronte di queste scelte, “quasi per legge del contrappasso, si è trovata a gestire un flusso quasi biblico di migranti interni, europei”.

Questo è stato uno stress test per tutta l’Unione Europea che l’ha resa più unita e coesa: “è come se ad un certo momento tutti i principi delle grandi conquiste dell’Unione Europea, con questo stress test, fossero stati promossi, resi alle opinioni pubbliche europee indispensabili” ha osservato de Bortoli, sottolineando come a questa promozione scaturisca una grande preoccupazione.

“Un Master in Diritto e Politiche delle Migrazioni è anche un grande laboratorio di discorso pubblico e di cittadinanza”: così il professor Fulvio Cortese, Direttore del Master DIRPOM ha concluso la bella serata di ieri, in cui Francesco Filippi e Ferruccio de Bortoli hanno ragionato attorno alla trasformazione del discorso pubblico, al modo in cui si è trasformato e in cui descrive e descritto le migrazioni. 

Tra il pubblico, anche l’Assessora alla Cultura Elisabetta Bozzarelli che, intervenendo, ha sottolineato il senso della scelta del Comune di Trento di dare il patrocinio ad un Master come questo: “siamo stati contenti, come Comune, di esserci in questa progettualità: non solo perché viviamo la sfida del nostro tempo ma anche perché la nostra città e il Trentino sono stati territori di una bella sperimentazione” – ha sottolineato – “È l’interdisciplinarità lo strumento che ci porterà a trovare nuove professionalità che ci saprà far stare dentro questa sfida del nostro tempo”.

La serata ha visto la partecipazione di tante e tanti e non sarà l’ultima. Il Master DIRPOM ha pubblicato il proprio bando, reperibile sul sito dell’Università di Trento, e la call rimarrà aperta fino al 23 settembre 2022. Per tutte le info, scrivete a dirpom.jus@unitn.it.

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